mercoledì 2 giugno 2010

Brratislava


"Pronto, Loredana, vuoi andare la settimana prossima a Bratislava? il volo costa 6 euri andata e ritorno". "Va bene, andiamo".
Sarà difficile ottenere due giorni di ferie, giovedì e venerdì. Infatti non li avrò. Ma parto ugualmente.
Loredana manco sa dove sta Bratislava. Giusto il tempo di un rapido corso di geopolitica e siamo sull'aereo. Una cosa che non ho mai capito è perchè, quale che sia la destinazione, la tratta, la durata del viaggio, il motivo, in aeroporto si deve arrivare sempre all'alba. Mai na volta che trovo un volo, che so, alle dieci del mattino. No, alle sette. Di buono c'è che atterriamo a Bratislava presto, troppo presto anche per il check-in in albergo. Saremo all'Hotel kijev, un palazzone brutto. I pareri su sto hotel sono discordanti. Economico e centrale, ma poco pulito, forse non proprio moderno. Io ci tornerei.
Il tour della città comincia. Bratislava ci accoglie con un tiepido sole, presto nascosto da nubi pallide al mattino e cariche nel pomeriggio. La pioggia ci sorprenderà (si fa per dire) all'ora del caffè.
La città è carina, piccola, facile da visitare. Lo Starè mesto, ovvero il centro storico è da sorseggiare con calma, magari sostando in qualche caffetteria di tanto in tanto, alla ricerca delle statue sparse qua e là che saltan fuori a sorpresa: Cumil, il bell'ignazio, il soldato napoleonico, il fotografo. Poi il palazzo rosa, la porta di San michele, le piazze, fino ad arrivare alla cattedrale da cui si sale al castello che domina la città, il Danubio e, facendo volare lo sguardo, i Carpazi da un lato, l'Austria dall'altro.
Poco fuori la città vecchia c'è una strana chiesa, credo dedicata a santa Elisabeltta d'Ungheria, in stile liberty, di blu colorata, dentro e fuori.
Il cibo è buono, un po' pesante, ma buono. Da provare Halusky, gnocchetti in un bagno di formaggio di pecora, decorati con pancetta e le cotolette di maiale del Prasna Basta, un locale nei pressi della porta di San michele, dove con 15 euri si mangia in due.

'Nzomma Bratislava merita una duegiorni, un week end, o una giovedì venerdì, come nel nostro caso, può rappresentare un daytrip per chi visita Vienna, o Budapest, o Cracovia. Gli slovacchi parlano bene la loro lingua e nei posti dove serve anche un ottimo inglese e poi il tedesco, il francese, qualcuno l'italiano. La vita in centro è frizzante anche in serata. Ci sono molti pub in cui bere, mangiare fino ad una certa ora ed ascoltare musica, anche dal vivo. E la birra costa un euro o poco più!