mercoledì 26 marzo 2008

Vivi gli sposi!

Breve raccontino.

2008: giorno di pasquetta, o meglio lunedì dell'Angelo- così come riportato sull'invito.
L'appuntamento è alle 10.30, ma io già so che non sarò puntuale. infatti alle 10.30 sono ancora con la festa biscottatta in bocca. Barbara ha già chiamato due volte: "muoviti, bastardo!", mi ha detto. Lisa, dai toni più pacati, chiama solo una volta.
Alle 11.30 sono a Bari, la cattedrale è circondata da topini grezzi e giapponesi ancor più grezzi dei topini. Gli sposi sono già dentro e mi sono perso l'ingresso in chiesa di Mariangela.
Entro, sul versante dello sposo noto Barbara e Patrizio che sfoggia un gran nodo di cravatta, li raggiungo: occhiataccia di lei, scambio degli anelli già avvenuto. Si racconta che Mariangela abbia indossato la fede di Giancarlo- le andava stretta o larga?- e viceversa. Poi tutto è andato al dito giusto.
In chiesa noto un paio di scarpine verdi ed un paio di scarpine gialle, pochi gonnellini. Dietro di me un parente anticipa le parole del prete celebrante con una velocità mai rassegnata. Ci scambiamo diversi segni di pace con i vicini. La funzione scorre serena e, dopo una contrita inginocchiatura collettiva (la comunione), volge al termine. Amen e firme svariate dei testimoni.
Usciamo e attendiamo gli sposi con in mano il riso colorato che a fine giornata verrà rinvenuto in gran parte nel generoso decolleté di Mariangela. I giapponesi fotografano gli sposi, i topini derubano i giapponesi. Piove e piove e pure forte. Tutti nelle auto, raggiungiamo la sala a Turi, città di ciliegie, carcere, Ivana e villa Menelao, che poi sarebbe la sala.
Veniamo accolti da svariate hostess che ci indicano il nostro tavolo, quello vicino ai festeggiati!
La formazione: Patrizio e Barbara, Lisa con Antonio, una coppia milanese, una coppia altamuro-svedese, Marina disaccoppiata e io pure disaccoppiato. Il classico tavolo giovane.
Gli sposi entrano in sala abbastanza presto, sono accolti da un gentile quartetto d'archi e dai fragorosi applausi degli affammati ospiti.
Baci, abbracci, felicitazioni, foto di rito, qualche danza propiziatoria e via con gli antipasti.
Minchia!
La strategica collocazione assegnataci ha portato notevoli benefici: i camerieri, in particolar modo il tipo senza capelli, al quale da lunedì mi sento molto legato, continua a riempire la tavola di piatti pieni di ogni bontà di mare e di terra (chiedere foto a Patrizio), mentre la sorridente signorina in tailleur nero, alle nostre spalle e quindi all'infama, riempie i bicchieri di un vino trentino dal nome assolutamente impronunciabile (un bianco dolciastro), ma cordialmente bevibile. Mastichiamo in compagnia delle note dei Led Zeppelin. Ottimo il percorso musicale: ascolteremo tra gli altri anche Clash, U2, ovviamente i Cure.
Sulla dance-floor si faranno notare una donna bionda sempre scatenata ed un uomo in cravatta arancione, anche lui abbastanza protagonista. Dalle nostre parti solo timidi tentativi di trenino. Io posso vantare di aver retto il velo alla sposa per un giro di sala.
Ora che tutti hanno levato i cappottini, si possono ammirare un paio di vestititi succinti.
Il pranzo è a tratti commovente. Il vino è diventato rosso. Barbara a suo dire sta mezza 'mbriaca. Accanto a me anche Marina gradisce abbastanza, io non disdegno. Lisa e Antonio mantengono una sobrietà forse apparente. E' una bella festa. La sposa e lo sposo sono felici e brindano con noi un paio di volte. Anche Mariangela sembra gradire i vini. Di tanto in tanto corre dal tavolo alla pista e poi dalla pista al tavolo. Giancarlo invece stanzia più in pista: fallisce un tentativo di striptease coatto, ma non molto convinto.
Nel frattempo in giardino qualcuno ha pensato bene di agghindare l'alfa degli sposi fasciandola con solida carta igienica.
Carne argentina e nero d'avola anticipano il solenne momento della torta e di Plainsong dei Cure. Bacio d'amore, Mariangela scambia il labbro di Giancarlo per una fuit joy. I due sono pronti per la Cambogia, il Vietnam e la Thailandia. Io invece me ne torno a Bitonto, qualcuno andrà a Capurso, Bari, Roma.
Al ritorno tutti nella nuova casa degli sposi, sperando che le porte siano ultimate, per brindare ancora e vedere le foto del viaggio.
Auguri di cuore e buon divertimento

1 commento:

Anonimo ha detto...

ottimo resoconto, puntuale ed esilarante come sempre...ho uno scoop sul cameriere calvo e solerte che con tanta premura ci ha servito: io so dove sono finiti i suoi capelli!!! Scherzi a parte, bella festa, bella coppia e belli gli invitati
Ciao, Lisa e Antonio